Siamo le amiche ed i compagni della Meris, a piede libero cittadini di Modena, italiani, europeisti di sinistra, non iscritti a nessun partito. Domenica 16 novembre 2008, a pranzo dalla Meris, si discuteva dei problemi dello stato e s'andò a finire alla questione delle improbabili primarie per la scelta di sindaco e consiglieri comunali, nella prossima primavera modenese... Dalle idee e dalle speranze manifestate in quel pranzo (ottimo, grazie Meris), sono iniziati incontri e contatti informali con alcuni esponenti della sinistra modenese. Lo scopo principale era poter esporre e confrontarsi sulle proposte generate da quel dibattito privato, che verrà a breve esposto dal commensale Lafayette e verificare la fattibilità di inserire strumenti di democrazia diretta nella politica, prima modenese, poi magari italiana... L'obiettivo di fondo è creare le condizioni per una riaggregazione, con un approccio nuovo, dell'intero schieramento di sinistra, dai cattolici progressisti ai collettivi autonomi di base. La selezione dal basso di candidati e programma della più larga coalizione possibile è la premessa indispensabile per una rinascita etica, innovativa e qualitativamente ambiziosa. Vorremmo una coalizione rispettosa di ogni famiglia politica di sinistra che vorrà osare: un passo verso l'ignoto di nuovi rapporti(non di forza),progettualità creativa e pragmatica che, da troppo tempo, il nostro popolo di riferimento aspetta. Con umiltà e fermezza rivendichiamo il nostro diritto, sancito dalla costituzione antifascista, di opporci al declino morale (virus che, dopo Berlinguer, ha sempre più infettato la sinistra, avendo già divorato il macchiavellico triumvirato Craxi - Andreotti - Forlani) ed alla sfiducia astensionista/qualunquista che sta corrodendo la credibilità di ogni partito. Se alla destra basta la monarchia ereditaria dell'ex finto laureato compagno Bossi o quella autoritaria dell'ex piduista Bellachioma, a noi non interessa e non ci consola: ai populisti demagoghi che invocano un generico mondo migliore vorremmo rispondere, con fierezza, che noi stiamo lavorando per colorare il futuro con i colori principali del nostro patrimonio genetico di sinistra: Rosso, Verde e Rosa. Sullo sfondo i principi cristiani di S.Francesco, Giovanni XXIII e Cardinal Martini o della chiesa Valdese, largamente condivisi in tanti segmenti delle nostre famiglie politiche storiche; sintetizzabili nei valori di solidarietà, tolleranza reciproca ed empatia con i più deboli, vicini e lontani, che chiedono strumenti per crescere fino all'autosufficienza, non pelose elemosine "compassionevoli"... Non chiediamo poltrone o di sostituirci a nessuno, solo la possibilità di aprire il dibattito, prima di vedere i leoni della destra anche in piazza Grande, dopo piazza Maggiore a Bologna. E se volete capire che aria tira, tornate sulle strade e nell'agorà, piena di studenti che finalmente si battono a testa alta per il loro futuro e di giovani incazzati, al Pratello di Bologna, con un sindaco sceriffo, sordo e cieco: come un ex grande sindacalista possa trasformarsi in avversario di una intera generazione può essere visto come un incubo, oppure l'occasione giusta per parlare di etica politica, coerenza, programmi e selezione della classe dirigente basate non più sulla cooptazione, ma sui principi (riveduti e corretti dalla storia) di DEMOCRAZIA DIRETTA .
domenica 23 novembre 2008
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1 commento:
Care amiche e cari compagni (della Meris),
devo ammettere che mi fa un certo effetto cominciare una lettera con il termine “compagni”...non ne avevo l'occasione da un tempo immemorabile, non sapendo più a chi rivolgermi in tal modo. Debbo però ammettere per onestà politica che non ho sciolto tutte le riserve neppure in questa occasione e lo dimostro con la precisazione che ho messo tra parentesi. Perdonate la preventiva diffidenza che spero possa essere dissipata, ma ne ho viste di cose... che voi umani non potete immaginare.
E dopo questo doveroso prologo veniamo al dunque, che non è mica robetta da poco.
Ho letto e riletto più volte il vostro intervento sul blog che un amico mi ha indicato. Ora, quando qualcuno mi dice che ha letto e riletto più volte un aricolo, un commento, una lettera io mi prefiggo due possibili scenari:
1) i contenuti del testo sono particolarmente interessanti e profondi, piacevoli o belli, da meritare più di una lettura, oppure
2) gli argomenti trattati sono complessi e arzigogolati, o fumosi e poco chiari, da obbligare a più di una lettura.
Secondo voi, che li avete scritti, a quale dei due ci troviamo di fronte?
Personalmente non posso che approvare e sostenere il concetto di democrazia diretta, nonché auspicare la creazione delle condizioni necessarie alla “ri-aggregazione di uno schieramento di sinistra” (e mi fermo lì, senza entrare nel merito della definizione e delle componenti altrimenti non se ne esce...però attenzione! Se diamo alla destra una connotazione precisa anche la sinistra deve averla...mica ci si può mettere di tutto, a quello ci ha già pensato il PD, e non sembra che i frutti siano dei più succosi).
Come non posso che abbracciare il concetto di una “rinascita etica innovativa e qualitativamente ambiziosa”, anche se estremamente ambiziosa.
Però...Come sempre c'è un però, anzi più di uno. Andiamo per ordine partendo dai più importanti.
Ve lo dico fuori dai denti con una battuta trita: molte idee e ben confuse. Questo è quello che ho colto nelle letture e riletture del comunicato.
Molte idee, sicuramente condivisibili: la democrazia diretta, l'unità della sinistra, la rinascita etica contro il declino morale, la solidarietà, la tolleranza eccetera eccetera. Mancano la pace universale, l'abolizione della fame nel terzo mondo, il rispetto dei protocolli di Kyoto e la sconfitta dell'AIDS e poi ci staremmo tutti, o quasi. Se questo fosse un programma elettorale, non per il dominio del pianeta, ma per le amministrative modenesi, voi lo votereste?
E allora veniamo al tema elezioni: è vero che sono uno zuccone ma, perdonatemi, in verità io non ho capito che cosa state proponendo.
Di cosa mi parlate, quando mi parlate di “improbabili primarie per la scelta di
sindaco e consiglieri comunali, nella prossima primavera modenese”?
Cosa sarebbero queste primarie per la scelta del sindaco? Dove e quando se ne sarebbero svolte, nella storia cittadina? (Dico quella contemporanea, di storia)
E queste che proponete che cosa sarebbero in definitiva? Una alternativa alle scelte decisioniste del PD (perchè è di lui che si parla, o no?) da svolgersi però sotto l'egida del PD stesso? O qualcosa di completamente diverso? In tal caso si parla, si deve parlare, di una lista elettorale antagonista. Ma questo va chiarito da subito, anzi è la cosa più importante da mettere in chiaro.
Ve ne rendete conto, no?
Mi rivolgo a te, Lafayette, che ci inviti a votare o addirittura a candidarci per delle “primarie di coalizione”. Hai buttato giù un programma che, senza offesa, si potrebbe intitolare “Volemmose bbene, compagni”. Che differisce da quello del PD solo per l'ultima parola, che loro non usano più. Hai curato, è vero, certi aspetti formali, ma ti sembra possa funzionare?
Io lo paragono, un po' per scherzo, all'invito a una gita in montagna di cui mi si dice solo che non si andrà al mare: se la destinazione è Montecreto o il K2; se si sta via una domenica o sei mesi; se mi devo portare il cestino con un panino o quattro portatori Sherpa...mi sembra che siano cose fondamentali da sapere prima di aderire. Altrimenti il rischio è quello di litigare da subito e se c'è una cosa che aborro è quella di impegnarmi (nel senso di dedicare tempo ed energie) per litigare. E poi lo stanno già facendo meglio di noi quegli esponenti politici che tanto critichiamo.
Di questo tuo invito capisco solo che è di sinistra - e mi rallegro del fatto che ci sia ancora gente che aderisca a certi ideali - ma il resto è quanto di più indefinito mi sia capitato di leggere dai tempi delle risoluzioni studentesche dei “gloriosi” anni settanta. Alle quali peraltro aderivo...allora: oggi le giustifico per rispetto a una certa nostalgia più che per i contenuti di una precisa linea politica o per una chiarezza di intenti.
Non me ne vogliate, ma queste modalità che utilizzate sia pure per un fine nobile sono pericolose, ed è da questo che nel mio piccolo mi permetto di mettervi in guardia. Sono la classica lama a doppio taglio che se da un lato può – difficilmente – portare a una certa aggregazione su contenuti indefiniti e fumosi (mi sia passato il termine), sarà proprio su quella fumosità che sicuramente edificherà le spaccature, il dissenso, gli abbandoni, le estromissioni...in una parola: la sconfitta!
Non c'è bisogno di andare tanto lontano nello spazio o nel tempo: basta guardare al PD per rendersene conto. Credete che possa avere un futuro? Non ha che un anno di vita ed è già allo sfascio.
E si vorrebbe replicare qualcosa del genere, seppure di sinistra?
E allora guardiamo a quello che è stato fatto a sinistra in tempi recenti...Il nome giusto per una coalizione durata il tempo di un arcobaleno, pochi minuti tra la pioggia e il sereno. Un sereno foriero di nuove tempeste.
Quello che proponete a me e ad altri “sinistri” personaggi può andare bene se ci si ritrova intorno a una tavola – e vedo infatti che è lì che il progetto ha preso corpo – dopo una buona mangiata e qualche bicchiere di quello buono. E' l'occasione più propizia per poter condividere sia i bei ricordi che il “radioso avvenire” che possiamo costruire, ammesso che gli acciacchi o l'”australiana” (intesa come influenza)ce lo consentano.
Finite le bottiglie e i cotechini però le cose cambiano e non sono così divertenti, specie quando si tratta di politica da politicanti. Alla prossima cena posso anche venire, se mi invitate.
A questo programma così come lo presentate devo, con rammarico, dire: non ci sto.
Con estrema modestia mi permetto di darvi un consiglio, o due, che siete ovviamente liberi di accettare o no.
Il primo: azzerate il tutto (è possibile visto che si è solo all'inizio e non si sono ancora fatti passi sui quali è difficile ritornare) e focalizzate una manciata di punti su cui trovare quella aggregazione che auspicate. Poche idee ma ben chiare intorno alle quali trovare un consenso che sia il più ampio possibile. Parlare di democrazia diretta, di aggregazione della sinistra eccetera, in termini teorici è facile come dire che si deve essere più buoni, più solidali, più pacifisti, più democratici...
Però si deve – si deve! - specificare senza ombra di dubbio che cosa si intenda per ognuno di questi termini. Si devono chiarire le modalità con cui realizzare questi intenti, senza possibilità di interpretazioni personali di parole delle quali ormai tutti, anche a destra, si riempiono la bocca.
Anch'io come molti delusi dalla politica, mi sono rivolto ad attività di volontariato nell'ambito sociale e assistenziale. Vi lascio immaginare quanto sia difficile ricercare consensi e chiedere un riconoscimento di fiducia che spesso si traduce in richieste di vil moneta, necessaria per la realizzazione di un progetto, sia esso relativo all'acquisto di medicinali per un ospedale piuttosto che di materiale didattico per una scuola in qualche villaggio del Nicaragua.
Ora, per esperienza personale, debbo confessarvi che quegli auspicabili risultati di ottenere consenso – e denari – sono molto più concreti nel momento in cui le richieste sono corroborate da progetti dettagliati, motivati, specifici, ancorché piccoli e limitati, piuttosto che da una generica e nebulosa affermazione di “voler migliorare il mondo”.
A me sembra invece che è questo a cui ci chiamate, ad una causa certamente nobile ma alla quale ognuno, di qualsiasi fede politica o religiosa, può chiamarci: a migliorare il mondo. Potete identificare qualcuno che non si riconosca in questa missione? Lo fanno tutti, anche se per realizzarla poi compiono le peggiori nefandezze. Lo ha dichiarato persino Bush prima di ogni missione di guerra...
Il secondo consiglio, se ancora mi state leggendo, è più di forma che di contenuto, con un piccolo prologo personale. Alle pareti di casa mia sono ancora appesi manifesti che vedono felici contadine cinesi o muscolosi operai bolscevichi marciare sorridenti “nella radiosa luce del sol dell'avvenire”. Sorrido anch'io quando li guardo: ormai ispirano più tenerezza che passione e rimangono lì solo in nome di una privata nostalgia per i tempi della giovinezza più che per un ideale politico.
Sono il passato, come lo sono le foto di famiglia o quelle della scuola.
Vorrei che allo stesso modo appartenessero al passato anche certi proclami che invece mi tocca leggere, ancora oggi, anche nel vostro comunicato.
E' roba vecchia, compagni (della Meris), un po'(un bel po') retorica e forse non del tutto scevra di certi aspetti da “comitato centrale”, di non proprio piacevole reminiscenza (mi riferisco alle considerazioni sull'astensionismo come sinonimo di qualunquismo, dalle quali – ovviamente - dissento).
Alla prossima cena, se mi vorrete, canterò a piena voce con voi l'Internazionale e l'Inno dei lavoratori... ma solo a patto che su quel finale per cui “pugnando si morrà” ci scappi una bella risata.
Siamo nel terzo millennio, per quanto ciò possa non piacerci, e non vorrei trovarmi, la prossima volta, di fronte a parole che recitano:
“...son nostre figlie le prostitute che muoion tisiche negli ospedal,
le poverine si son vendute per una cena, per un grembial”.
Belle, ma vecchie.
Con affetto,
Ilya Kuriakin
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