domenica 23 novembre 2008


La democrazia diretta è la forma di democrazia nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano non sono soltanto elettori, che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti, ma sono anche legislatori, aventi il diritto, costituzionalmente garantito, di proporre e votare direttamente le leggi ordinarie e la costituzione, attraverso diversi istituti di consultazione popolaree diverse forme di partecipazione popolare.

La democrazia diretta è stata la prima forma di un governo democratico, affermatosi nel V secolo a.C. ad Atene.

Successivamente un esempio notevole di democrazia diretta fu la Comune di Parigi. La democrazia diretta venne anche utilizzata nelle assemblee decisionali del Sessantotto.

Fra i sostenitori della democrazia diretta vi sono sicuramente gli anarchici del ramo socialista, che rifiutano la democrazia rappresentativa.


Siamo le amiche ed i compagni della Meris, a piede libero cittadini di Modena, italiani, europeisti di sinistra, non iscritti a nessun partito. Domenica 16 novembre 2008, a pranzo dalla Meris, si discuteva dei problemi dello stato e s'andò a finire alla questione delle improbabili primarie per la scelta di sindaco e consiglieri comunali, nella prossima primavera modenese... Dalle idee e dalle speranze manifestate in quel pranzo (ottimo, grazie Meris), sono iniziati incontri e contatti informali con alcuni esponenti della sinistra modenese. Lo scopo principale era poter esporre e confrontarsi sulle proposte generate da quel dibattito privato, che verrà a breve esposto dal commensale Lafayette e verificare la fattibilità di inserire strumenti di democrazia diretta nella politica, prima modenese, poi magari italiana... L'obiettivo di fondo è creare le condizioni per una riaggregazione, con un approccio nuovo, dell'intero schieramento di sinistra, dai cattolici progressisti ai collettivi autonomi di base. La selezione dal basso di candidati e programma della più larga coalizione possibile è la premessa indispensabile per una rinascita etica, innovativa e qualitativamente ambiziosa. Vorremmo una coalizione rispettosa di ogni famiglia politica di sinistra che vorrà osare: un passo verso l'ignoto di nuovi rapporti(non di forza),progettualità creativa e pragmatica che, da troppo tempo, il nostro popolo di riferimento aspetta. Con umiltà e fermezza rivendichiamo il nostro diritto, sancito dalla costituzione antifascista, di opporci al declino morale (virus che, dopo Berlinguer, ha sempre più infettato la sinistra, avendo già divorato il macchiavellico triumvirato Craxi - Andreotti - Forlani) ed alla sfiducia astensionista/qualunquista che sta corrodendo la credibilità di ogni partito. Se alla destra basta la monarchia ereditaria dell'ex finto laureato compagno Bossi o quella autoritaria dell'ex piduista Bellachioma, a noi non interessa e non ci consola: ai populisti demagoghi che invocano un generico mondo migliore vorremmo rispondere, con fierezza, che noi stiamo lavorando per colorare il futuro con i colori principali del nostro patrimonio genetico di sinistra: Rosso, Verde e Rosa. Sullo sfondo i principi cristiani di S.Francesco, Giovanni XXIII e Cardinal Martini o della chiesa Valdese, largamente condivisi in tanti segmenti delle nostre famiglie politiche storiche; sintetizzabili nei valori di solidarietà, tolleranza reciproca ed empatia con i più deboli, vicini e lontani, che chiedono strumenti per crescere fino all'autosufficienza, non pelose elemosine "compassionevoli"... Non chiediamo poltrone o di sostituirci a nessuno, solo la possibilità di aprire il dibattito, prima di vedere i leoni della destra anche in piazza Grande, dopo piazza Maggiore a Bologna. E se volete capire che aria tira, tornate sulle strade e nell'agorà, piena di studenti che finalmente si battono a testa alta per il loro futuro e di giovani incazzati, al Pratello di Bologna, con un sindaco sceriffo, sordo e cieco: come un ex grande sindacalista possa trasformarsi in avversario di una intera generazione può essere visto come un incubo, oppure l'occasione giusta per parlare di etica politica, coerenza, programmi e selezione della classe dirigente basate non più sulla cooptazione, ma sui principi (riveduti e corretti dalla storia) di DEMOCRAZIA DIRETTA .