lunedì 24 novembre 2008

proposta


Ed ecco la proposta, in breve, di uno schema mirato a garantire pari opportunità a uomini e donne, partiti e movimenti nonchè cani sciolti dello schieramento (più largo possibile) a sinistra:


SELEZIONE CANDIDATI DI COALIZIONE

Chiunque può candidarsi alle primarie di coalizione purchè, oltre ai limiti delle leggi vigenti, non abbia rapporti professionali (diretti o indiretti) con l'amministrazione in oggetto, sia in essere, che potenzialmente in divenire.
Occorre inoltre avere la fedina penale pulita, salvo poche eccezzioni quali, ad esempio, reati di opinione o connessi ad attività politica e sindacale, ovviamente non terroristica o razzista.
Senza personalizzare il problema, ritengo che anche i sindaci uscenti debbano coerentemente fare un bagno di democrazia, anche per rafforzare la propria immagine e credibilità pubblica.
Per i candidati consiglieri si propone di presentare due liste parallele di donne e uomini, per cui ogni aderente alle primarie potrà esprimere due preferenze,una sulla lista maschile ed una sulla lista femminile, oppure una soltanto (preserviamo gli ultimi panda misogini).
Tutti possono partecipare al voto delle primarie, senza costi obbligatori e con le normali tutele relative alla segretezza e libera espressione di voto.
I candidati , senza distinzione di sesso, che ottengono più preferenze vengono presentati, in ordine decrescente, nella lista di coalizione realizzata.
Tutti i candidati implicitamente sottoscrivono un patto d'onore con l'elettorato di riferimento, garantendo una completa lealtà di coalizione su tutti i punti programmatici sottoscritti .
In caso di passaggio ad altro schieramento o violazione delle suddetta lealtà, verranno suggeriti agli aderenti alle primarie azioni non violente di ostracismo morale e/o ambientale direttamente proporzionali alla gravità del "tradimento".
E' vietata la pubblicità a pagamento di ogni genere ai singoli candidati ; i partiti ed i movimenti organizzati possono effettuarla, senza però indicare i nominativi dettagliati dei candidati consiglieri o sindaci.
Tale limite decade dopo la selezione delle primarie.
Ogni partito o circolo aderente si impegna a rendere disponibili le proprie sedi per dibattiti e confronti pubblici ad ogni candidato, senza preclusioni o veti incrociati mascherati da pretesti.

PROGRAMMA DI COALIZIONE

Dato per assodato che la percentuale di condivisione dei vari punti programmatici non potrà sempre essere del 100%, occorre determinare la soglia di consenso necessaria per l'inserimento nel programma elettorale. Tale soglia sarà direttamente proporzionale al livello di litigiosità in corso, quindi attualmente più vicina al 90% che al livello ottimale, ritengo, dei 2/3; ovviamente le percentuali sono riferite al totale delle forze che compongono il nostro schieramento.
Basandosi sugli ultimi dati elettorali, o altro criterio condiviso,viene quindi realizzata una prima scrematura dei punti programmatici da parte dei partiti aderenti, sulla base del livello di soglia di accettazione, da loro stessi determinato.
Qualora una proposta fosse così respinta, rimane il diritto della minoranza di proporla direttamente agli aderenti alle primarie, contestualmente alla selezione dei candidati, in modo chiaro e conciso, con uno spazio uguale a quello della tesi maggioritaria.
Anche in questo caso si fa riferimento alla soglia di consenso decisa dai partiti stessi.
Fra i soggetti con facoltà di proporre punti programmatici vanno inclusi anche circoli organizzati, movimenti di opinione, collettivi di base e associazioni riconosciute; qualora fossero respinti dalla maggioranza sopra stabilita, sarà facoltà del proponente avviare una raccolta di firme al fine di poterlo successivamente presentare alle primarie in oggetto.
La quantità di firme necessarie sarà legato alla soglia sopracitata, per cui se fosse del 90% verrebbe fatta una valutazione relativa a non meno del 10% del potenziale elettorato di sinistra aderente alla coalizione.

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Con affetto Lafayette

domenica 23 novembre 2008


La democrazia diretta è la forma di democrazia nella quale i cittadini, in quanto popolo sovrano non sono soltanto elettori, che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti, ma sono anche legislatori, aventi il diritto, costituzionalmente garantito, di proporre e votare direttamente le leggi ordinarie e la costituzione, attraverso diversi istituti di consultazione popolaree diverse forme di partecipazione popolare.

La democrazia diretta è stata la prima forma di un governo democratico, affermatosi nel V secolo a.C. ad Atene.

Successivamente un esempio notevole di democrazia diretta fu la Comune di Parigi. La democrazia diretta venne anche utilizzata nelle assemblee decisionali del Sessantotto.

Fra i sostenitori della democrazia diretta vi sono sicuramente gli anarchici del ramo socialista, che rifiutano la democrazia rappresentativa.


Siamo le amiche ed i compagni della Meris, a piede libero cittadini di Modena, italiani, europeisti di sinistra, non iscritti a nessun partito. Domenica 16 novembre 2008, a pranzo dalla Meris, si discuteva dei problemi dello stato e s'andò a finire alla questione delle improbabili primarie per la scelta di sindaco e consiglieri comunali, nella prossima primavera modenese... Dalle idee e dalle speranze manifestate in quel pranzo (ottimo, grazie Meris), sono iniziati incontri e contatti informali con alcuni esponenti della sinistra modenese. Lo scopo principale era poter esporre e confrontarsi sulle proposte generate da quel dibattito privato, che verrà a breve esposto dal commensale Lafayette e verificare la fattibilità di inserire strumenti di democrazia diretta nella politica, prima modenese, poi magari italiana... L'obiettivo di fondo è creare le condizioni per una riaggregazione, con un approccio nuovo, dell'intero schieramento di sinistra, dai cattolici progressisti ai collettivi autonomi di base. La selezione dal basso di candidati e programma della più larga coalizione possibile è la premessa indispensabile per una rinascita etica, innovativa e qualitativamente ambiziosa. Vorremmo una coalizione rispettosa di ogni famiglia politica di sinistra che vorrà osare: un passo verso l'ignoto di nuovi rapporti(non di forza),progettualità creativa e pragmatica che, da troppo tempo, il nostro popolo di riferimento aspetta. Con umiltà e fermezza rivendichiamo il nostro diritto, sancito dalla costituzione antifascista, di opporci al declino morale (virus che, dopo Berlinguer, ha sempre più infettato la sinistra, avendo già divorato il macchiavellico triumvirato Craxi - Andreotti - Forlani) ed alla sfiducia astensionista/qualunquista che sta corrodendo la credibilità di ogni partito. Se alla destra basta la monarchia ereditaria dell'ex finto laureato compagno Bossi o quella autoritaria dell'ex piduista Bellachioma, a noi non interessa e non ci consola: ai populisti demagoghi che invocano un generico mondo migliore vorremmo rispondere, con fierezza, che noi stiamo lavorando per colorare il futuro con i colori principali del nostro patrimonio genetico di sinistra: Rosso, Verde e Rosa. Sullo sfondo i principi cristiani di S.Francesco, Giovanni XXIII e Cardinal Martini o della chiesa Valdese, largamente condivisi in tanti segmenti delle nostre famiglie politiche storiche; sintetizzabili nei valori di solidarietà, tolleranza reciproca ed empatia con i più deboli, vicini e lontani, che chiedono strumenti per crescere fino all'autosufficienza, non pelose elemosine "compassionevoli"... Non chiediamo poltrone o di sostituirci a nessuno, solo la possibilità di aprire il dibattito, prima di vedere i leoni della destra anche in piazza Grande, dopo piazza Maggiore a Bologna. E se volete capire che aria tira, tornate sulle strade e nell'agorà, piena di studenti che finalmente si battono a testa alta per il loro futuro e di giovani incazzati, al Pratello di Bologna, con un sindaco sceriffo, sordo e cieco: come un ex grande sindacalista possa trasformarsi in avversario di una intera generazione può essere visto come un incubo, oppure l'occasione giusta per parlare di etica politica, coerenza, programmi e selezione della classe dirigente basate non più sulla cooptazione, ma sui principi (riveduti e corretti dalla storia) di DEMOCRAZIA DIRETTA .